ESW - Dg. MCES Italia T. Ricci: "Positivo l’interesse delle federazioni, ma serve più dialogo”

ESW - Dg. MCES Italia T. Ricci: "Positivo l’interesse delle federazioni, ma serve più dialogo”
venerdì 18 giugno 2021, 16:10Interviste
di Chiara Biondini
fonte Intervista di Fabrizio Ponciroli su TMWRADIO
MCES Italia ha uno dei team eSports più performanti del panorama italiano.

Il direttore generale di MCES Italia, Tommaso Maria Ricci, è intervenuto oggi nella trasmissione di TMWRadio dedicata agli eSports. L' e-team di Vela virtuale di MCES sta partecipando alla prima edizione virituale delle Olimpiadi. "Come team siamo alle Olimpiadi, - conferma-  i nostri velisti virtuali stanno gareggiando  e speriamo in una medaglia che sarebbe storica visto che siamo alla prima Olimpiade virtuale".

“Noi siamo un team internazionale, quindi abbiamo una visione globale. Posso dire sicuramente che in Francia il mercato vale quattro volte quello dell’Italia. L’onda è vicina visto che la Serie A investe negli eSports, con la eSerie A. Il CIO ha aperto a queste discipline, e lo stesso Malagò li ha chiamati Virtual Sport in una riunione a cui ho partecipato, in cui erano presenti le cariche più importanti che si occupano di sport in Italia: credo che il momento sia vicino e noi siamo pronti per raccontare questo cambiamento italiano. Anche L’Italia deve cavalcare questa onda degli eSport, perché vuol dire nuovi posti di lavoro, nuove professioni, investimenti anche dall’estero”.

Quando è nata l’idea della società?
“Sia io che il mio socio Pierfrancesco veniamo dal mondo dello sport, abbiamo altre aziende, su input di questa società francese, che conoscevamo già in precedenza, abbiamo deciso di entrare in questo business, che è anche un po’ complicato: con una start up innovativa il rischio è sempre elevato. Dopo un anno, però devo dire cha abbiamo avuto diversi investimenti come lo stesso Ariedo Braida (ex direttore generale del Milan, è stato ds del barcellona e attualmente è dg della Cremonese, n.d.r.): se siamo riusciti ad attirare un professionista di questo calibro, credo che il mercato sia maturo e che abbiamo fatto bene”.

Quanta attenzione vedi a livello istituzionale?
“Bisogna dire che gli esponenti del mercato eSports non vedono di buon occhio questa apertura, anche se noi la vediamo come una cosa positiva, abbiamo sempre cercato questo binomio tra sport ed eSport. Forse non si è ancora capito il mondo eSport dall’interno e anche loro secondo me hanno bisogno di parlare un po’ di più con le società e farsi spiegare un po’ questo mondo, per come si è evoluto e come si è strutturato. Il Coni e le Federazioni hanno interessi sia economici, sia di trasportare questa fanbase virtuale sugli sport. E’ positivo l’interesse delle federazioni, ma devono seguire un filone e parlare con gli esponenti del mercato”.

Che caratteristiche deve avere un Pro Player per giocare con voi?
“Sicuramente l’idea che abbiamo improntato fin dall’inizio è quella di un professionista a tutto tondo: comportarsi in un certo modo, condurre uno stile di vita sano, li affidiamo molte volte a delle associazioni sportive del territorio, come la Romulea. E’ una tra le più importanti società sportive romane, dove abbiamo aperto un gaming club, e ci ha fatto una consulenza per tutto il team, sia per Fifa, Pes e League of Legends.  Molte associazioni sportive sono un po’ vecchie dal punto di vista della comunicazione anche sui social, e questo aiuto da parte degli eSport è fondamentale per riavvicinare anche i ragazzi del quartiere… La nostra visione di connubio tra Sport ed eSport è anche questo: crediamo che lo sport che ha 20milioni di fan in Italia e gli eSports che ha 2milioni di fan se si uniscono hanno potenzialmente una fanbase enorme, quindi si dovrebbe creare questo ponte, che può portare ad un’attenzione superiore. L’Italia è un paese sportivo, è un paese di calcio, che segue lo sport. I ragazzi non lo seguono, per un ragazzo di 13 anni una partita di 90 minuti è lunghissima, loro sono abituati a contenuti immediati, brevi per loro una partita di calcio è noiosa”.

Quali sono i vostri prossimi step futuri?
“Con i nuovi investimenti di capitale che arriveranno, contiamo di crescere sempre di più, crediamo di investire fortemente sui giochi, fare dei team, che siano un mix tra la nostra accademia e giocatori di livello internazionale. Ci apriremo a nuovi giochi, investiremo di più nella comunicazione di contenuti. Abbiamo anche un’accademy, una cantera di creatori di contenuti, ragazzi micro influencer che abbiamo portato dentro insegnandogli il lavoro. Abbiamo investito nella formazione anche dal basso, e l’obiettivo è vincere. Saremo a Dubai ad ottobre per la finale di Virtual Regata”.

Diffusione Sport in Italia.
“Da quello che ho potuto vedere in questo anno e mezzo diciamo che a Nord c'è una vocazione di creazione di contenuti, influencer, streamer; Roma è una via di mezzo e tutto il Sud ha tantissimi giocatori, molti dei nostri giocatori sono del sud ed abbiamo molte richieste. In Italia c’è una rete omogenea che si differenzia per la qualità e contenuti che vengono fatti, ma questa è un po’ la mappa”.

Giovani, giochi e famiglie.
“Anche le famiglie hanno cominciato a capire che riportare i ragazzi in un centro sportivo, affidandoli ad un coach e ad un mental coach, farli allenare è positivo. Non dobbiamo far passare il messaggio che giocare 10 ore è giusto, perché non ti allena, se vuoi migliorare devi giocare tre ore al giorno con coscienza con delle pause. Sui creator, penso che se un ragazzo apre un canale youtube crea le grafiche gira un video, lo monta, lo pubblica e segue le logiche di marketing, impara tantissimo sull’imprenditoria personale, sul personal branding, potrebbe essere la base per costruire una carriera nel lavoro”.